In Friuli, melting pot di sapori

Palmanova

Tradurre nella realtà la perfezione dell’idea: ben pochi sono gli urbanisti e gli architetti che riuscirono a realizzare in toto il progetto di una città ideale. E così Palmanova (città- fortezza a forma di stella a nove punte costruita dai Veneziani alla fine del XVI sec. per fronteggiare le temibili invasioni dei Turchi e arginare le mire egemoniche dell’Impero austroungarico) è un caso veramente raro. Una fortezza inespugnabile, perfetta nella sua simmetria architettonica e nella sua efficienza bellica: questa fu l’idea intorno a cui nacque il progetto di Palmanova, un’idea che si concretizzò nel giro di soli 19 anni. A idearne la pianta stellata fu Giulio Savorgnan, sovrintendente all’Ufficio delle fortificazioni di Venezia; Vincenzo Scamozzi (uno dei più insigni architetti del’500) ne disegnò, all’inizio del’600, i bastioni e le tre monumentali porte d’accesso. La sua realizzazione, invece, porta la firma di Marcantonio Barbaro, uno dei cinque Provveditori Generali mandati nel 1593 dalla Serenissima in Friuli per cercare di individuare il luogo più adatto per innalzare una fortezza a difesa dei confini orientali del suo territorio. A lui si deve anche il nome della cittadella, Palma, in omaggio alla vittoria navale di Lepanto sui Turchi. Salvo che per un breve periodo in epoca napoleonica (quando fu circondata da una terza cinta fortificata), Palmanova non assunse mai quel ruolo difensivo per la quale era stata edificata: in compenso, la sua popolazione fu sempre costituita in prevalenza da militari. La sua fama, comunque, varcò i confini della Serenissima e, per due secoli, la città stellata venne considerata la più agguerrita fortezza d’Europa. Ora, dichiarata Monumento nazionale, rappresenta un capolavoro di ingegneria militare che vanta ben pochi uguali, in Italia e all’estero.
Circondata da una triplice cinta di fortificazioni, con una fossa di quasi 4 km, larga in certi punti oltre 30 m, Palmanova conserva oggi l’impianto topografico originario, con strade che convergono a raggiera dalle mura e dai bastioni nella Piazza Grande centrale, a forma di esagono, su cui si affacciano i palazzi del Provveditore generale (ora Municipio), del Governatore alle armi, del Monte di pietà, le logge e il Duomo seicentesco. Per accedervi, oggi come un tempo, ci sono tre porte monumentali, al di là del fossato, un tempo pieno d’acqua: porta Aquileia, porta Cividale e porta Udine.
 

Arch Turismo FVG_Palmanova aerea_ph Verin.jpg