Albergo del Sole
Risotto con le creste di gallo I Primi Piatti lombardia
Sono un ingrediente curioso, le creste di gallo, ma solo agli occhi di noi moderni perché ancora ai primi del Novecento «La Scienza in cucina e l’Arte di mangiare bene» dell’Artusi considera degna di nota la ricetta dello sformato di riso con sugo di rigaglie. Se il bovino, infatti, ha un ‘quinto quarto’, nel caso del pollo si parla di ‘rigaglie’ facendo tutt’uno di cresta, bargigli, fegatino, cuore, ventriglio, durello, testicoli e ovaie. Si direbbero parti di scarto, ma tutt’altro perché nel termine si trova rimando all’aggettivo ‘regale’, ovvero ‘che spetta’ e ancor meglio ‘che è degno di un re’. Piatto da banchetto rinascimentale è, infatti, l’ancor noto cibreo di rigaglie fiorentino, ma destinato a commensali importanti è anche la borghese salsa finanziera torinese.
Con un’interessante notazione etologica, perché nel mondo antico consumare parti riproduttive o di distinzione sessuale di animali nobili era considerato un modo per potenziare la propria virilità. Non a caso in araldica il gallo simboleggia il guerriero prode ed è significativo che gli antichi Romani chiamassero Galli (da ‘gal’, potere) i bellicosi Celti delle odierne regioni della Francia.
Ingredienti per 4 persone
Per il risotto: 280 g di riso Carnaroli | ½ cipolla
vino bianco secco | brodo di carne
extravergine d’oliva q. b. | Grana Lodigiano | burro
Per il ragù: 10 creste di gallo | ½ cipolla
2 carote | 2 coste di sedano | salsa di pomodoro
10 g di burro | olio extravergine d’oliva q. b.
vino bianco secco | sale e pepe
Preparazione
Ciò premesso, si dia avvio alla preparazione del risotto come di consueto, facendo appassire il trito fine di cipolla su un fondo d’olio d’oliva; s’aggiunga il riso e lo si faccia tostare, sfumando con il vino bianco, facendo seguire oculate aggiunte di brodo bollente fino alla soglia della cottura.
Ultima operazione: la mantecatura sotto coperchio con aggiunta di burro e di formaggio grana grattugiato, accogliendo la raccomandazione a favore dell’inimitabile Lodigiano.
In parallelo si prepari il ragù di creste di gallo, che solitamente andrebbero spellate; tagliate a pezzettini, andranno rosolate assieme al trito di verdure aromatiche su un fondo d’olio e burro; aggiungere il pomodoro, un pizzico di sale e una macinata di pepe; lasciare cuocere una decina di minuti aggiungendo alla fine del vino bianco o un po’ di brodo perché la salsa risulti suadente come il risotto che andrà a guarnire.
Vino consigliato: Bonarda dell’Oltrepò Pavese Doc
Ristorante
Albergo del Sole
di Mario e Francesca Colombani
Vai al ristorante