A picco sul mare: un tour tra le Cinque Terre e Portovenere

Viticoltura eroica

Alle Cinque Terre tutto sembra innalzarsi dal mare, o protendersi verso di esso, sfidando apparentemente la forza di gravità. Ma quello che più colpisce a prima vista sono i terrazzamenti che disegnano sinuose geometrie sull’aspra costa e la rendono verdeggiante.

Se si mettessero in fila uno dietro l’altro i muretti a secco che li sorreggono, si supererebbero i 6700 km: un’opera titanica, che ha visto - generazione dopo generazione – l’uomo frantumare la roccia per creare terrazze dove coltivare viti, ulivi, ortaggi. 

Con i massi più grandi sono stati costruiti i muretti di sostegno, sapientemente sistemati l’uno sull’altro e poi riempiti con terra e pietrisco, mentre quelli più piccoli sono stati sminuzzati, mescolati a sterpaglie ed aghi di pino per creare fertile humus.

Viticoltura eroica, è quella della gente delle Cinque Terre, e la natura ha compensato il suo sforzo con lo Sciacchetrà, Doc dal 1973, ma prodotto fin dal Medio Evo. Cantato da Francesco Petrarca nel poema Africa, definito da Giovanni Pascoli “rugiada delle Cinque Terre”, ha le origini del suo nome avvolte dalla leggenda: c’è chi dice derivi da sakkar (dolce), chi da sciacca (termine dialettale che indica lo schiacciamento dell’uva), chi da shekar (liquore palestinese).