Trattoria Guaiane

Ravioli di musetto I Primi Piatti veneto

Per parlare del musetto occorre partire dal più popolare cotechino, che trova termine esplicativo nel latino ‘cutis’, pelle, da cui cotica e cotenna, a indicare la prevalente composizione di questo insaccato di piccola pezzatura, da consumarsi bollito.
Oltre alla cotenna, il macinato comprende altre parti carnose e gelatinose, che vengono macinate e condite con sale, pepe, cannella, coriandolo, chiodi di garofano e noce moscata, con eventuale aggiunta di aglio.
Ciò premesso, basti dire che il musetto è un cotechino nella preparazione del quale prevalgono parti di spolpo della testa: un tempo si escludevano solo le orecchie, troppo coriacee anche per questa lavorazione; oggi al contrario il musetto trevigiano viene confezionato solo con le più gustose (40-50% cotenna; 10-20% gola; 15-20% spolpo di testa), integrate da carni magre (25% spalla) e macinate con trafila da 6 mm.
Per la maggiore presenza di tessuti cartilaginei e gelatinosi il colore di una fetta di musetto risulta più chiara rispetto a quella del cotechino e di consistenza collosa, ma proprio per questo più gradita al palato. Resta da dire del rafano (Armoracia rusticana), altrimenti detto ‘cren’ o barbaforte, ortaggio che produce una radice dalla polpa bianca utilizzata fin dall’antichità per ottenere salse piccanti; ancor oggi, grattugiato e impastato con aceto, fornisce un condimento che nell’Italia Settentrionale, ma soprattutto in Veneto, è tradizionale compagno delle carni e degli insaccati bolliti. Quanto alla ricetta in esame, l’accoppiata musetto-rafano viene riproposta sottoforma di pasta ripiena.

Ingredienti per 4 persone

Per la pasta:
500 g di farina bianca | 3 uova
Per il ripieno:
1 musetto (o cotechino)
Per la salsa:
1 pezzo di radice di rafano
panna fresca | burro

Preparazione

La preparazione dei ravioli è la consueta, salvo usare come ripieno una cucchiaiata di sgranatura dell’insaccato precedentemento bollito per almeno 2 ore. Quanto al rafano, grattuggiare circa 50 grammi di polpa e passarla in padella a rosolare con poco burro; aggiungere una certa quantità di panna, restingendo a fuoco basso fino a consistenza cremosa. È interessante notare come questo accorgimento, che smorza il sapore pungente, sia mutuato dalla cucina francese.
Alla fine bollire e scolare i ravioli, spadellandoli con la salsa senza altre aggiunte.

Vino consigliato: Raboso frizzante del Veneto Igt

Ristorante

Trattoria Guaiane
di Lucio Marangoni

Trattoria Guaiane
La prima vera sala da pranzo della Trattoria “Guaiane” aprì i battenti verso il 1950, quando Antonio De Nardi, dopo essere tornato a casa dalla prigionia in Germania, decise di trasformare in trattoria la vecchia osteria con annesso negozio di alimentari e generi vari (il cosiddetto “casoín”). Da luglio 2021 Lucio e Alessandro Marangoni continuano l'attività che durante...

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