Fra Parma e Busseto, seguendo le tracce di Giuseppe Verdi

I luoghi verdiani

Parma e i suoi dintorni sono intrisi di memorie verdiane, dicevamo, ma è soprattutto nella tranquilla pianura a nord-ovest di Fidenza, dove la provincia di Parma si estende verso quella di Piacenza, che il ricordo del grande compositore si fa più vivo. Qui infatti luoghi, paesi, palazzi portano in sé ricordi della vita e delle opere di Verdi, che vi nacque e vi visse. I luoghi verdiani sono oggi una meta apprezzata dai viaggiatori, attratti dalla malia dei luoghi e dal richiamo della musica verdiana, che ha oltrepassato gli oceani e conquistato il mondo.

Da Parma, si raggiunge in una quarantina di km Busseto, laborioso centro agricolo parmense da sempre considerato la patria del musicista, noto infatti come “il cigno di Busseto” , che però, in realtà, nacque nella vicina frazione di Roncole. Al compositore è intitolata la piazza principale della città, piazza Verdi, al cui centro spicca il monumento a lui dedicato, eretto nel 1913. Sui lati della piazza si trovano la quattrocentesca collegiata di San Bartolomeo, il quattrocentesco palazzo del comune e la rocca duecentesca, fortificata nel Quattrocento: al suo interno fu costruito il teatro Verdi, inaugurato nel 1868 con la rappresentazione del Rigoletto e de Un ballo in maschera. Ma a Busseto (che vale comunque una visita anche per il suo antico centro d’origine medievale, abbellito in epoca rinascimentale) le tracce di Giuseppe Verdi si ripercorrono anche in altri luoghi. In via Roma, ad esempio, dove si trovano palazzo Barezzi, casa del suocero e primo mecenate di Verdi (visitando le sue stanze, che ancora oggi conserva gli arredi originali, non si può non rimanere incantati davanti al pianoforte viennese Tomaschek su cui Verdi compose molte delle sue arie, fra cui la notissima Va Pensiero) e palazzo Orlandi, che un tempo apparteneva al compositore ed ora ospita il Museo dei cimeli verdiani (chiuso solitamente da dicembre a febbraio), che raccoglie strumenti musicali e moltissimi documenti legati alla vita del maestro. Un po’ defilata, villa Pallavicino, oggi sede del Museo civico, espone altri numerosi ricordi verdiani, spartiti, manoscritti, cimeli d’ogni genere, fra cui una spinetta ottocentesca che gli era appartenuta. Una tappa è d’obbligo alla Salsamenteria Storica e Verdiana Baratta di via Roma (www.salsamenteriabaratta.it) straordinario Museo-Bottega fondato nel 1873, che mescola cimeli verdiani - quale lo spartito originale della Traviata - alla mescita di vino negli scudlein (le tradizionali tazze in porcellana bianca) e alla vendita e degustazione di salumi, formaggi, torte.

Un pugno di km e si arriva a Roncole Verdi, dove si trovano l’ umile casa natale dove Verdi nacque la sera del 10 ottobre 1813 (oggi dichiarata Monumento nazionale) e la chiesa di San Michele dove fu battezzato e dove si esercitava da ragazzo, suonando l’organo.

Una breve digressione verso nord, in provincia di Piacenza, porta a Sant’Agata, piccolo paese affacciato sul torrente Ogina, dove si trova la famosa Villa Verdi. D’origine ottocentesca, ancora oggi conserva arredi ed oggetti appartenuti al grande compositore, che l’aveva fatta costruire e vi si era ritirato a vivere, componendo i suoi brani e arricchendo il bellissimo parco circostante con rare specie botaniche. Il suo fascino risiede nel fatto che l’appartamento privato del maestro è rimasto pressoché intatto, con la camera da letto dove campeggia il pianoforte, lo studio, la camera della moglie Giuseppina Strepponi, i mobili della camera d’hotel di Milano dove Giuseppe Verdi morì il 27 gennaio 1901. Qui vengono conservati anche i pianoforti che Verdi utilizzò nel periodo che va dalla composizione del Rigoletto a quello di Aida.

Ultima tappa prima di tornare a Parma, Polesine Parmense, fra tutti i paesi della Bassa quello che vanta i maggiori legami con il fiume Po, a partire dal nome dovuto al fatto che sorse su un polesine, ovvero una piccola isola fluviale che, trascinata dalla corrente, si espanse nel corso dei secoli fino a congiungersi con la riva. Feudo dei Pallavicino sino al 1731, munito di castello e di titolo di marchesato, passò poi sotto il ducato dei Farnese, mantenendo a lungo una notevole importanza come porto commerciale fluviale e centro agricolo. Ancor oggi l'agricoltura connota l'economia della zona e il Po continua ad essere un'autentica fonte di vita per il paese: non poche famiglie traggono infatti il loro sostegno dalla pesca, dall'escavazione e dal trasporto di ghiaia e sabbia. Oggi il Po rappresenta anche un importante elemento di richiamo turistico: al porticciolo di Polesine approdano i turisti che navigano sul grande fiume e si accingono a visitare le "Terre Verdiane" e a gustare i sapori tipici della zona. Fra i piccoli e grandi tesori d’arte e storia che si possono scoprire, la chiesa di San Vito e Modesto che contiene una fonte battesimale del '500, la chiesetta dedicata alla Beata Vergine di Loreto, situata in zona golenale e nelle vicinanze, l'Antico Palazzo delle Due Torri fatto edificare dai Pallavicino. Polesine è stata uno dei luoghi prediletti da Giovannino Guareschi, il grande scrittore che ne amava i paesaggi e l'ambiente fluviale. E proprio a Polesine, di fronte alle memorabili battaglie tra il parroco don Davighi e il Sindaco Carini, lo scrittore trovò l'ispirazione per dar vita ai celebri personaggi di Peppone e Don Camillo. A una manciata di km da Polesine Parmense si trova Zibello, rinomato per la produzione dell’omonimo Culatello, il re dei salumi, amato anche da Gabriele D’ Annunzio (che diceva “ Io sono un cupidissimo amatore del parmense culatello”).

turismo.comune.parma.it
turismo.parma.it